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Un articolo di approfondimento sugli effetti raster di Freehand MX

Rivista: Applicando
Data pubblicazione: Novembre 2005

Pillolibri

Dopo il recente annuncio di acquisizione di Macromedia da parte di Adobe da più parti sono state fatte speculazioni sul futuro che avranno ora gli applicativi della società acquisita.
Con molta probabilità, leggendo le interviste e i commenti rilasciati un po’ ovunque nel web, applicativi come Dreamweaver, Flash, Flex, e soluzioni servers side come Coldfusion, continueranno ad esistere (non sappiamo ancora con quali nomi). Di certo, sappiamo che questa manovra di acquisizione ha un suo fulcro centrale intorno a Flash, che con la sua tecnologia raggiunge ad oggi ben il 97% dei computer di tutto il globo. E se pensiamo all’Adobe Reader, che permette a milioni di utenti in tutto il mondo di leggere i documenti PDF, appare chiaro che in qualche modo, da parte di Adobe, il flash player rappresenta un ulteriore passo avanti verso l’estensione del suo già enorme bacino d’utenza, sia a livello business, ma anche nei confronti del mercato consumer.
Tra l’altro, con i recenti “movimenti” di Macromedia nei confronti del mercato dei Mobiles, Adobe godrà di un ulteriore sviluppo nel settore che da molti è considerato come il business del futuro.

 

Che ne sarà di Freehand ?

In questo scenario si possono fare alcune ipotesi:
Adobe potrebbe vendere Freehand a qualche altra azienda che ne continui lo sviluppo; Adobe potrebbe prendere “in prestito” alcuni funzioni interessanti di Freehand MX ed implementarle in una futura versione di Illustrator (ad esempio il supporto multipagina, di cui è sprovvisto).
Speriamo la più remota, è ipotizzabile che venga semplicemente dismesso, lasciando sul campo, perlomeno inizialmente, un vuoto-frastornamento da parte dei numerosissimi e affezionati utenti. In questo scenario milioni di utenti che conoscono e usano il software dalla prima versione del 1988 si vedranno costretti a passare all’uso di un applicativo da anni visto come un acerrimo concorrente, con un’interfaccia sostanzialmente diversa e una metafora di utilizzo che impone una nuova “forma mentis”. Per molti significherà probalbilmente: “ricominciare da capo”. Ma forse alcuni potrebbero anche decidere di passare a Coreldraw… chi lo sa? A fronte di tali cambiamenti e presagi continuare a parlare di Freehand finisce per suonare già nostalgico, retrò e anche un po’ sovversivo.
Ad ogni modo fino a quando tutte queste ipotesi non saranno confermate FreeHand rimarrà nei listini ufficiali e rimarrà sicuramente anche oltre nel nostro workflow.
E’ per questo che abbiamo deciso di dedicare una serie di articoli di approfondimento a Freehand MX che a due anni dalla sua uscita continua ad acquisire nuovi adepti progettisti grazia alla duttilità della sua interfaccia e alla sua diffusione capillare presso qualunque tipografia e service di stampa.

 

Insalata mista: Raster e Vettoriale

Una delle potenzialità di Freehand MX riguarda proprio un argomento che per anni i puristi del design digitale hanno affrontato in maniera separata.
I cosiddetti programmi di grafica vettoriale sono da sempre stati dedicati alla gestione di elementi geometrici, quali linee, cerchi, triangoli, etc. sui quali era possibile creare campiture di colore uniformi, sfumate o pattern ripetitivi.
Le fotografie digitali sono state invece sempre appannaggio di software con un approccio raster ai dati (cioè basato sui pixel). Adobe Photoshop da sempre è stato (e oggi lo è ancor di più) il programma principe per l’elaborazione delle immagini digitali.
Questi due tipi di software “vivevano” in momenti ben distinti durante l’elaborazione di un progetto: il designer usava il programma vettoriale per creare il design grafico del progetto, poi usava il programma raster per acquisire/trattare le immagini digitali, che infine venivano “importate” all’interno del programma vettoriale.
Questa dualità faceva sì che, spesso, una modifica seppur marginale, relativa alle immagini digitali, tipo una semplice ombra, desse luogo a numerose operazioni che complicavano e allungavano il tempo di produzione costringendo il designer ad uscire dal programma per elaborare l’immagine in Photoshop e poi ritornare a Freehand.
Nonostante ciò, però, i designer di tutto il mondo, nonché gli stessi progettisti dei software erano fermamente convinti che i due mondi (vettoriale e raster) dovessero rimanere perfettamente distinti.
La questione di principio teorico veniva poi rafforzata all’atto pratico da un problema contingente e, allora, apparentemente insormontabile: le periferiche di stampa erano dotate di un linguaggio “Postscript” che non riconosceva correttamente i files generati da programmi “ibridi”, pixel più vettori.

 

Freehand MX: tutti d’accordo

Circa due anni fa la Macromedia, con l’uscita di Freehand MX, ha snobbato questo “separatismo” unendo grafici, illustratori e fotografi nell’uso di un solo applicativo per più aree di intervento, semplificando e velocizzando drasticamente l’intero workflow.
Effettivamente questi auspici si concretizzano in primo luogo con l’inclusione di un’ambiente raster con tanto di effetti applicabili.
Il motore di render, condiviso con il “cugino” Fireworks, consente di avere un ambiente vettoriale al quale, in maniera dinamica, è possibile applicare (e anche rimuovere) effetti raster che precedentemente dovevano essere gestiti da un editor esterno, come ad esempio Photoshop. Più che di una nuova funzione si tratta di un nuovo metodo di approccio al design grafico, sia dal punto di vista del programma, ma soprattutto dal punto di vista dell’utente. Nonostante i buoni auspici, però, questa innovazione è così sottile nella sua comprensione che la stragrande maggioranza degli utenti o la ignora, o peggio ancora prova ad applicarla ai propri progetti, senza però conoscerne le caratteristiche peculiari, cosa questa che crea ulteriori problemi. La triste verità e che quasti tutti i “Freehandisti” usano la versione MX come se stessero usando ancora la versione 8…

 

Risoluzione: Ottimizare per la riproduzione

Ogni buon designer sa che in ogni progetto, per partire con il piede giusto, bisogna iniziare dalla fine e cioè valutare con attenzione il processo finale di riproduzione del lavoro. Ad esempio a prescindere che si tratti di una pubblicità su quotidiano, su una rivista, su un volantino o sul web sappiamo che i parametri sui quali baseremo l’intero progetto muteranno in modo sostanziale. E’ da questo principio generale che dobbiamo partire per comprendere il primo aspetto delle innovazioni presenti in Frehand MX.

 

Poniamo l’attenzione sulla funzione: “rasterizza impostazioni d’effetto”

Impostazione risoluzione raster freehand mx

Impostazione risoluzione raster freehand mx

Figura 1 e 2 – Impostazione della risoluzione del documento

Il valore, espresso in DPI imposta la risoluzione del documento, in questo a caso a 72 punti per pollice. Questo valore globale influisce sia sulla visualizzazione all’interno del programma, sia sulla stampa dei files; difatti, lasciando una risoluzione di 72 DPI, qualunque effetto raster applicato (ombra esterna, maschera sfumata, etc) verrebbe reso perfettamente a monitor, ma produrrebbe una stampa “pixellizzata”, simile a ciò che vedremmo se provassimo ad ingrandire un particolare dell’immagine con lo strumento lente.

Effetto ombra esterna freehand mx

Figura 3 – Un cerchio con l’effetto ombra esterna, visto con il comando visualizza/pagina intera.

Risoluzione grafica dpi freehand mx

Figura 4 – Un dettaglio del cerchio, ingrandito con la lente. Si noti l’effetto pixel dovuto alla bassa risoluzione (72DPI) del documento, questo effetto sarà simile al risultato in stampa.

Risoluzione grafica dpi freehand mx

Figura 5 – Il medesimo dettaglio del cerchio con la risoluzione impostata a 300DPI. L’effetto pixelizzazione scompare, la stampa prodotta sarà uguale.

Quanto detto basta da solo a creare un nuovo problema. Appena scoperta questa funzione l’istinto di tutti è di impostare la risoluzione globale ad almeno 300 DPI, in modo tale da avere sempre un render perfetto del video ed una stampa equivalente. Errore!!!

 

Ottimizare i tempi di rasterizzazione e refresh

Il motore di render che sta alla base di questa funzione usa il processore del computer per poter visualizzare correttamente gli effetti raster che applichiamo. Finchè la risoluzione impostata è bassa (72 PDI) e gli effetti applicati sono pochi, tutto procede bene, anche sui vecchi G4 non particolarmente veloci; il problema nasce quando decidiamo di impostare la risoluzione a 300DPI, magari in presenza di molti effetti raster applicati… il rischio è che i tempi di refresh del documento diventino esageratamente lunghi… quasi da pausa caffè. Allora? Bene l’approccio giusto è quello di elaborare il nostro progetto a 72DPI per poi, alla fine, solo alla fine, impostare la risoluzione a 300DPI prima dell’output.

 

Effetti a gogò!

Ora che abbiamo capito come funziona il concetto di rasterizzazione possiamo dedicarci allo studio dei vari effetti raster presenti in Freehand MX. In primo luogo poniamo l’attenzione sul nuovo ispettore degli oggetti, da qui è possibile scegliere gli attributi di un oggetto presente nel nostro progetto, oltre a poter trattare gli attributi “vettoriali” quali linea e riempimento, l’attenzione ricade sulla funzione Aggiungi Effetto che mostra un menu a discesa dal quale possiamo scegliere gli effetti speciali di Freehand MX. In questo menu fanno capolino anche alcuni effetti vettoriali, per ora però ci dedicheremo ad approfondire solo quelli raster.

Effett raster freehand mx

Figura 6 – La funzione aggiungi effetti dell’ispettore degli oggetti.

Dinamici

Il primo grande pregio di questi effetti è che sono dinamici. Questo significa che possono essere applicati indistintamente ad una forma vettoriale o ad un’immagine digitale importata nel documento, e possono essere rimossi quando vogliamo.

 

Personalizzabili

Il secondo grande pregio è che sono personalizzabili. Grazie alle numerose opzioni possiamo decidere ad esempio di applicare una leggera sfocatura ad un’immagine digitale o di spingerla fino ad una nebbia di colore.

 

Sovrapponibili

Il terzo grande pregio è che possiamo aggiungere più effetti ad uno stesso oggetto, con un risultato visivo che nasce dalla sovrapposizione di tutti gli effetti utilizzati. Questa scelta può essere indicata anche per quei particolari casi nei quali alcune parti di un’immagine devono essere trattate in un modo, mentre altre devono rimanere integre. Pensiamo ad un oggetto che deve apparire a fuoco nella zona frontale e sfuocato nella parte posteriore.

Griglia prospettica sfumata freehand mx

Figura 7 – Una griglia prospettica può essere scomposta in 2 oggetti ai quali applichiamo effetti diversi tra loro

Griglia prospettica sfumata freehand mx

Figura 8 – Una volta sovrapposti, l’effetto visivo è quello di una sfocatura dell’orizzonte

Un classico… l’effetto ombra esterna

Come abbiamo già avuto modo di vedere con l’esempio del cerchio, è possibile applicare un’ombra a qualunque oggetto presente nel progetto, persino alle immagini tiff con canale alfa, e il grado di personalizzazione di questo effetto è piuttosto avanzato.
In figura 9 possiamo vedere le vari opzioni possibili: è possibile impostare il colore dell’effetto, possiamo poi scegliere quanto l’ombra debba discostarsi rispetto all’oggetto cui è applicata (attributo spostamento).
E’ possibile scegliere quanto l’ombra debba sfumare e quanto invece debba essere netta (attributo morbidezza).
Il grado di trasparenza dell’ombra può essere regolato in percentuale (da 0 a 100) grazie all’attributo opacità.Questo valore andrà ad influire anche nei confronti degli eventuali oggetti che si trovano sotto l’oggetto al quale applichiamo l’ombra.
Per determinare la direzione in cui l’ombra si proietta si definisce l’orientamento dell’effetto scegliendo il valore numerico angolo (espresso in gradi). In questo modo è possibile determinare ad esempio se l’ombra debba essere “portata” in basso a destra o in alto a sinistra rispetto all’oggetto cui è applicata.
Infine, l’attributo scava, elimina il colore dell’oggetto al quale è applicato l’effetto ombra, dando la sensazione che gli oggetti sottostanti siano incavati.

Pannello effetti raster freehand mx

Figura 9 – Il pannello impostazione dell’effetto ombra esterna.

Bagliori nel buio… l’effetto luce esterna

Questo effetto è molto simile all’effetto precedente, ma invece di creare un’ombra sfumata proiettata in una determinata direzione rispetto all’oggetto, crea un alone omnidirezionale. Le opzioni di regolazione sono pressochè simili rispetto all’effetto ombra esterna, le uniche differenza sono l’assenza dell’attributo “scava” e la non orientabilità della direzione. Questo effetto è molto utile quando si deve aumentare la visibilità di elementi con toni simili sovrapposti. Come vediamo in figura 10, l’applicazione dell’effetto aumenta notevolmente la leggibilità del testo sopra l’immagine.

Testo con ombra freehand mx

Figura 10 – Il testo sovrapposto all’immagine è di difficile lettura

Testo con ombra freehand mx

Figura 11 – L’effetto luce esterna con colore nero migliora notevolmente la leggibilità del testo

Contrastare le immagini

Il comando precisione ci permette di applicare un filtro di nitidezza a qualunque oggetto presente nel nostro progetto. Va detto che questo effetto è chiaramente pensato per le immagini bitmap, non già per gli oggetti vettoriali. Il pannello di personalizzazione ci permette di effettuare un contrasto veloce grazie alla funzione standard oppure un contrasto più preciso attraverso la maschera definizione dettagli. Nella figura 12 si apprezza come l’effetto possa essere tranquillamente applicato ad un’immagine JPG RGB precedentemente importata.
La grande comodità è che l’immagine originale non viene assolutamente toccata. Rispetto quindi a comandi che modificano l’immagine in modo permanente, come la “maschera di contrasto” di Photoshop, questo effeto ci fa conseguire un risultato immediato, ma non “invasivo”.

Filtro precisione freehand mx

Figura 12 – Prima e dopo l’applicazione del filtro precisione

Sfocatura? Standard o Gaussiana!

Se il comando precisione aumenta il contrasto delle immagini il filtro sfocatura va proprio nella direzione opposta. In questo caso l’oggetto vettoriale o l’immagine cui applichiamo il filtro viene sfocato. Abbiamo già visto una possibile applicazione di questo strumento nell’esempio della griglia sfumata (Fig. 7 e 8).
Le opzioni sono solo due, standard e gaussiano, e in sostanza l’unica regolazione possibile è il raggio di sfumatura che determina in maniera diretta l’intensità di sfocatura, come si vede nella Fig. 13.
Vista la semplicità d’uso e l’utilità, questo effetto finisce per essere usato di frequente, ma va precisato fin da subito che tra tutti i filtri presenti in Freehand MX, è quello che impegna maggiormente il processore. Per questa ragione va usato in modo consapevole: valori molto alti di sfocatura applicati ad un’immagine con risoluzione elevata rallenteranno i tempi di refresh in modo drammatico.

Effetto sfocatura gaussiana freehand mx

Figura 13 – Prima e dopo l’applicazione del filtro sfocatura gaussiana

Sovrapposizione di effetti

Come abbiamo già visto nella Fig. 8 è possibile sovrapporre più effetti per raggiungere un particolare risultato visivo. Nell’esempio rappresentato in Fig. 14 notiamo come una freccia tridimensionale può essere duplicata consentendo l’applicazione ai due oggetti di due filtri diversi (sfocatura gaussiana e maschera sfumata) e infine la sovrapposizione delle due frecce. Il risultato è un graduale passaggio tra le due forme che conferisce movimento e dinamismo all’immaginie finale.

Sovrapposizione effetti raster freehand mx

Figura 14 – Sovrapposizione di filtri

Attenzione ai dossi!

Gli effetti smusso e rilievo permettono di creare risultati simili al bassorilievo e all’altorilievo. Attraverso quattro opzioni gli oggetti vettoriali o le immagini possono essere modificati in modi tra loro molto diversi. Questi effetti, sebbene da un punto di vista del design grafico non brillino per originalità (troppo spesso vengono usati, anzi abusati in progetti pubblicitari di scarso livello) ci permettono comunque di realizzare velocemente simpatici effetti quali avvalamenti e dossi.

 

Rilievo concentrico e rilievo sollevato

Con questi comandi possiamo simulare “l’estrusione” di un oggetto rispetto al piano in cui giace. Nell’esempio in fig. 15, vediamo come le forme alle quali vengono applicati gli effetti sembrano emergere dal fondo bianco.
Le opzioni possibili sono in tutto quattro, molto simili a quelle già incontrate in altri filtri. Lo spessore del rilevo viene impostata con un valore numerico. Il grado di morbidezza, impostabile sempre con valore numerico, ci aiuta ad ottenere sfumatura più o meno graduali. Per quanto riguarda il contrasto della sfumatura minore è il valore, maggiore è l’intensità e quindi la trasparenza nei confronti degli oggetti sottostanti. L’angolo del rilievo viene regolato con valore in gradi. Con questo comando è come se potessimo decidere da quale parte arriva la luce che colpisce l’oggetto, e quindi, in quale direzione dovrà essere proiettata l’ombra.

Rilievo concentrico sollevato freehand mx

Figura 15 – Applicazione del rilievo concentrico e sollevato.

Smusso esterno e smusso interno

Questi comandi sono molto utili ogni qualvolta dobbiamo creare dei pulsanti, sia per progetti cartacei, sia per interfacce web da esportare successivamente. Il principio di applicazione è molto simile a quello dell’effetto rilievo, solo che il risultato è diverso: l’oggetto trattato non sembra emergere dal fondo in cui si trova, bensì appare come un elemento a se stante, con una data altezza e con un particolare tipo di bordo. Le opzioni sono le stesse dell’effetto rilievo, ad esse si aggiungono due nuovi attributi: forma bordo e reimpostazione pulsante.

 

Forma bordo

Da questo menu di scelta possiamo decidere come apparirà il bordo dell’oggetto estruso. Nella fig. 16 osserviamo diversi tipi di spigolo applicati ad una stessa forma vettoriale. E’ inoltre possibile (a differenza del filtro rilievo) modificare il colore dello spigolo. Nel primo esagono, come si nota dall’ispettore dell’oggetto, in corrispondenza della voce “Effetto: Smusso esterno” è stato inserito il colore giallo.

Smussatura bordo oggetti freehand mx

Figura 16 – Esempio di diverse modalità di scelta per la smussatura del bordo.

Reimpostazione pulsante

Questa funzione è utile nel caso in cui abbiamo creato dei pulsanti che esporteremo in seguito per una barra di navigazione web. Attraverso la scelta dei quattro “stati” (sollevato, evidenziato, fino al margine, inverso) è possibile modificare istantaneamente la grafica del pulsante al quale abbiamo applicato il filtro smusso interno, attribuendo ad ogni stato un design diverso. Nella fig. 17 vediamo come un bottone con i bordi smussati può essere modificato in un solo passaggio.

Creazione pulsante vari stati freehand mx comando smusso

Figura 17 – Impostazione dei vari “stati” di un pulsante estruso con il comando smusso.

Maschera sfumata: che spasso!

Attenzione: la maschera sfumata non ha niente a che vedere con il riempimento sfumato! Si tratta di una funzione molto potente che ci permette di applicare sfumature e trasparenze a qualunque oggetto presente nel nostro progetto. Devo dire che questa funzione è ai vertici della mia top ten; se usata nel modo giusto oltre che dare risultati stupefacenti in termini visivi, può accelerare enormemente i tempi di composizione e fusione di immagini.
Questa funzione permette di applicare una sfumatura di trasparenza graduale ad un oggetto fino a farlo fondere con il foglio di lavoro oppure con altri oggetti che si trovano sotto.
Il campo di applicazione è veramente vastissimo, nella fig. 18 vediamo come un oggetto solido tridimensionale appare trasparente grazie all’applicazione di una maschera sfumata a tutte le facce che lo compongono.

Maschera sfumata freehand mx

Figura 18 – La maschera sfumata applicata alle facce di un oggetto tridimensionale lo rende trasparente.

Nell’esempio in Fig. 19 vediamo invece come è possibile, usando la maschera sfumata, sovrapporre due rettangoli, facendo in modo che quello in primo piano (rosso) sfumi gradualmente fino a lasciare intravedere quello sottostante, verde.

Maschera sfumata freehand mx

Figura 19 – Un rettangolo in trasparenza sopra un altro, grazie alla maschera sfumata.

Nell’ispettore degli oggetti vediamo alcune impostazioni relative a questa illustrazione… si tratta solo della punta dell’iceberg; le opzioni personalizzabili in una maschera sfumata sono incredibilmente numerose, cerchiamo di affrontarle con metodo.

 

Tipi di sfumatura: semplice

Si tratta del metodo più facile da gestire: è una sfumatura lineare che parte da un punto ed arriva ad un altro. La linea tratteggiata che appare sopra la forma può essere regolata per modificare la direzione della sfumatura e la sua lunghezza. Le estremità (cerchio e quadratino) fungono da maniglie di modifica. Nella fig. 20 mettiamo a confronto tre quadrati di colore diverso con diverse impostazioni di sfumatura semplice. Da notare come nell’ispettore degli oggetti cambiano, a seconda del tipo di impostazione, anche i valori numerici relativi ad avvio e maniglia.

Opzioni sfumatura semplice freehand mx

Figura 20 – Diverse impostazioni per la sfumatura semplice.

Tipi di sfumatura: radiale

In questo caso la maschera sfumata non è più lineare ma circolare. Essa nasce dal centro di due assi che possono essere regolati per dar luogo a diverse soluzioni di sfumatura.

Opzioni sfumatura radiale freehand mx

Figura 21 – Diverse impostazioni per la sfumatura radiale.

I restanti tipi: contorno, cono, rettangolo

Nella fig. 22 sono rappresentati i restanti tipi di sfumatura applicabili agli oggetti; in tutti i casi la regolazione delle due linee tratteggiate restituisce risultati sempre diversi.

Opzioni sfumatura  freehand mx

Figura 22 – Maschere sfumate a contorno, cono e rettangolo.

Repetita iuvant!

Oltre ai vari tipi di sfumature possiamo scegliere il modo in cui esse di debbano evolvere. Ad esempio, scegliendo l’opzione ripeti dal menu “tipo di comportamento”, è possibile impostare una ripetizione della medesima cambiando il valore numerico. In questo modo, come vediamo nella fig. 23 è possibile applicare una maschera sfumata ripetitiva anche ad un’immagine fotografica.

Ripetizione maschera sfumata immagine freehand mx

Figura 23 – Ripetizione di una maschera sfumata applicata ad un’immagine fotografica.

Riflessione e dimensione automatica

La riflessione, rispetto alla ripetizione, fa in modo che la sfumatura non riparta sempre dall’inizio, ma si rifletta, in modo da restituire un effetto più gradevole. Nella foto in primo piano della fig. 24 vediamo come la fotografia della vettura appaia sfumata ai bordi grazie a due accortezze: la prima, legata alla scelta appunto della funzione rifletti, la seconda legata all’inversione della gamma di sfumatura, impostata dal bianco al nero e non dal nero al bianco, come quella sottostante.
La dimensione automatica, fa invece totalmente scomparire la linea tratteggiata di controllo, “obbligando” la sfumatura ad evolversi per tutta la dimensione dell’immagine, come rappresentato nella foto in secondo piano della fig. 24.

Riflessione maschera sfumata immagine freehand mx

Figura 24 – Riflessione e dimensione automatica di una maschera sfumata applicata ad un’immagine fotografica.

Tecniche avanzate di composizione fotografica

Lungi dall’essere un programma di editing fotografico, Freehand MX ha però, grazie al filtro maschera sfumata, qualcosa da dire anche sul versante della composizione fotografica. Quante volte ci è capitato di dover creare un’immagine digitale che ha origine dalla fusione graduale di più immagini? Il software che generalmente sarebbe più opportuno usare è senza dubbio Photoshop. Ma c’è un però. In un’ottica di aumento della produttività, poter gestire da un singolo applicativo più funzioni aiuta di certo a focalizzarsi maggiormente sul lavoro, e quindi a svolgerlo più velocemente.
Bene, ciò che vi mostro potrebbe essere considerato a dir poco di cattivo gusto da un purista del digital imaging, ma è in ogni caso un esempio di grande velocità operativa e produttività. Nella fig. 25 abbiamo selezionato tre immagini JPG RGB, le abbiamo dimensionate tutte alla stessa altezza, e infine le abbiamo poste l’una vicina all’altra per fonderle insieme.

Composizione fotomontaggio immagini freehand mx

Figura 25 – Le tre immagini JPG RGB scelte per il montaggio

Nella figura che segue (fig. 26) applichiamo una maschera sfumata alle immagini esterne (monti e lago), facendo attenzione ad invertire l’orientamento della sfumatura. In questo modo la parte che sfuma verso la trasparenza converge verso l’immagine centrale dello shuttle.

Composizione fotomontaggio immagini freehand mx

Figura 26 – Applichiamo il filtro maschera sfumata alle immagini esterne

Il gioco è quasi fatto, per fare in modo che la sovrapposizione avvenga correttamente dobbiamo portare in primo piano le due immagini laterali, e successivamente muoverle verso l’immagine centrale, fino a quando non otteniamo una sovrapposizione perfetta che da luogo ad una sfumatura continua (fig. 27).

Composizione fotomontaggio immagini freehand mx

Figura 27 – Il montaggio finale

Un po’ di gusto retrò… morbidezza e trasparenza

L’effetto morbidezza fa sempre parte della “famiglia” di effetti trasparenza. Questo filtro ci permette appunto di ammorbidire i bordi di un oggetto vettoriale o di un’immagine digitale, dando luogo ad una sfumatura per tutto il perimetro. Un’esempio classico di applicazione è rappresentato dalle foto antiche. Partendo da un’ immagine attuale, magari virata in un colore seppia, è poi facilissimo trasformarla in una foto che sembri datata, applicando appunto questo effetto.
Nell’esempio che segue vediamo come partendo da una fotografia di una moto antica, sia possibile arrivare ad una foto che sembra tutt’altro che recente.

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 28 – Importiamo l’immagine originale

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 29 – Creiamo un rettangolo di colore ambrato e lo sovrapponiamo parzialmente alla fotografia

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 30 – Tramite lo strumento contorni frastagliati modifichiamo i bordi del rettangolo

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 31 – Applichiamo un’effetto trasparenza standard e il rettangolo lascia intravedere l’immagine che sulla parte sovrapposta vira verso il tabacco

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 32 – Dopo aver sovrapposto correttamente il rettangolo con l’immagine la ingrandiamo leggermente, la tagliamo e la incolliamo dentro al rettangolo

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 33 – Applichiamo ora un effetto morbidezza al rettangolo, impostando i valori dell’effetto come nell’ispettore (raggio: 20, morbidezza: 100)

Effetto morbidezza trasparenza freehand mx

Figura 34 – Ecco l’immagine definitiva

Trasparenza standard

Gli utenti delle precedenti versioni di Freehand si ricorderanno sicuramente, e non forse con piacere, il metodo di riempimento lente applicabile agli oggetti vettoriali. Questa funzione ha provocato nel tempo non pochi problemi agli utenti, a causa di una sua sovente incompatibilità con le varie periferiche di stampa.
Per ovviare a questo problema (anche se inspiegabilmente la funzione lente è tuttora presente in Freehand MX…!) possiamo usare uno strumento molto più efficace e potente, la trasparenza standard, che abbiamo già apprezzato nel precedente esempio.

Questa funzione permette appunto di applicare una trasparenza a qualunque oggetto vettoriale o immagine presente nel nostro progetto.

Regolazione trasparenza immagini freehand mx

Figura 35 – Effetti trasparenza applicati ad oggetti vettoriali ed immagini digitali

Pagina pubblicitaria con elementi tridimensionali e trasparenze freehand mx

Figura 36 – Esempio di pagina pubblicitaria interamente costruita in Freehand MX

Per concludere… ma non proprio

I filtri raster di Freehand MX ci possono aiutare nello sviluppo di progetti grafici ambiziosi, che forse finora non avevamo voluto o potuto affrontare. Se li sommiamo alle innumerevoli altre innovazioni, che tratteremo nei prossimi mesi, quali la gestione dei canali Alfa, la creazione di solidi tridimensionali e le primitive geometriche potenziate, emerge un quadro di Freehand MX nel quale l’abdicazione a favore di Illustrator suona doppiamente ingiusta.
Finchè non sapremo che strada prenderà questo applicativo e finchè avrà un seguito di estimatori, l’unica ragionevole cosa che possiamo fare è cercare di fare chiarezza tra tutte le innovazioni che ha ancora in sè, dando agli utenti la possibilità di trarne i giusti vantaggi.